Marina  FACCIOLI[1]

 

Il volume rendiconta i lavori del Convegno “Conflitti”, promosso e curato da Maria Paola Pagnini e Sergio Conti nel giugno 2018 presso la Società Geografica Italiana.

Il tema centrale del discorso, che anima l’intero percorso seguito dal volume ed emerge da argomenti articolati su importanti e diverse tematiche geografiche, si inscrive nel quadro di una riflessione sulle vicende della mobilità della popolazione, dove un peso specifico è acquisito dal mondo della migrazione.

Lo scambio dialettico che ne deriva risulta, infatti, particolarmente intenso nell’intenzione di dare spazio e voce ai processi migratori, non solo intesi come azione del superamento di confini, dell’adattamento a nuovi e diversi contesti politici, del cambiamento del modo di vivere di società e culture, ma anche, e forse essenzialmente, come pertinente opportunità di ridefinizione del significato e della sostanza “conflittuale” che ne accompagnano l’intero processo.

Su questa base, l’interesse primario dei Coordinatori e Autori del volume si rivolge, conseguentemente, a re-immaginare e ri-descrivere una più ampia e complessa accezione del tema costituito dal “conflitto” che si riconduca a certi, originali e diversi, modi di sentire, così da travalicarne il significato convenzionalmente inteso.  In questa stessa linea di ragionamento ci si trova ad affrontare, contemporaneamente, i grandi temi della domanda di revisione e riposizionamento di concetti quali accessibilità, inclusione, coesione sociale, rispetto e valorizzazione di culture e patrimoni territoriali.

Nel sesto capitolo del testo, il processo migratorio, potente e fertile filo conduttore del ragionamento, viene colto da Maria Paola Pagnini, editor con Daniele Sabbedotti del volume, e da Giuseppe Terranova, come uno fra gli attori esclusivi dei movimenti che hanno animato e travagliato il Mediterraneo e la storia dei popoli che hanno abitato le sue coste e lo hanno attraversatoIl land and water grabbing, le modalità di persuasione esercitate nei confronti dei migranti dalle grandi organizzazioni del terrorismo internazionale, le geografie sociali e cognitivo-psicologiche disegnate dalle storie dei rifugiati, lo sfruttamento aggressivo del capitale umano che vive vicende di mobilità forzata sono i punti sui quali prevalentemente si posiziona e si articola la drammaticità del discorso complessivo.

E i rispettivi ambiti di riflessione toccati nel volume si incrociano scambiandosi input di pregio fra ambiti di carattere territorialista, cartografico, giuridico, psicologico, secondo approcci metodologici scientifico-tecnologici, digitali, giornalistici.

Fra i temi affrontati, un ruolo considerevole è assunto dall’analisi della realtà urbano-metropolitana, dove la stessa essenza dei processi urbani viene indagata come risultante della delocalizzazione e del salto di scala, qualitativa e quantitativa, di speciali “conflitti”. La città stessa viene considerata come un formidabile dispositivo di trasformazione globale, condizionato dalla gestione di risorse   e output provenienti da distanze sempre maggiori, dunque dalla capacità della città stessa di funzionare come nodo, più o meno forte, di una “rete”.

La forza di questi nodi/città/territori metropolitani è commisurata ai caratteri e al livello di complessità in cui i nodi riescono a muoversi, gestendo relazioni con aree a loro volta instabili, generatrici di ulteriore complessità.

La conflittualità che è il generatore dei processi anima un dibattito che arriva a toccare con particolare attenzione un tema estremamente critico e attuale, quale   lo sviluppo di conoscenza e uso delle tecnologie come primario fattore di modificazione della vicenda urbana contemporanea. Di qui risulta il tracciato di un quadro di interferenze internazionali in cui l’organismo “città” emerge come uno fra i generatori/detonatori di altre gerarchie e altri conflitti che, secondo un punto di vista “speciale” adottato in uno dei contributi sul tema, si istituiscono anche   fra progressivi utilizzi tecnologici di specifici materiali, strumenti e tecniche di costruzione e rigenerazione urbana e delle relative potenzialità.

L’articolazione degli approcci che prendono voce e trovano spazio coerente in questo volume, dalla lettura cartografica a quella giuridica e politica di rango internazionale, fanno di questo testo molto più che il racconto di un evento congressuale, pur largamente interdisciplinare e innovativo, proponendo una interlocuzione “forte” nell’ambito della migliore geografia contemporanea e assegnando al concetto di conflitto una accezione critica assolutamente pertinente e ricca di ampia e originale visione prospettica.

 

[1]Professore Ordinario di Geografia Economico-Politica nel Dipartimento di Scienze storiche, filosofico-sociali, dei beni culturali e del territorio dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.